La responsabilità sociale d’impresa – Strumento di innovazione sociale

Per riconoscere le responsabilità sociali connesse all’attività d’impresa serve sensibilità, ma per saperle esercitare in modo strategico e funzionale alle esigenze di sviluppo dell’azienda e del territorio servono visione e competenze.

Questa sfida, che richiede un cambio di paradigma, un diverso modo di interpretare e descrivere la realtà, non riguarda solo gli operatori economici privati: occorre ripensare i sistemi territoriali nel loro insieme, rinunciando alle facili barriere concettuali cui siamo abituati. Per comprendere la RSI è necessario superare dicotomie quali pubblico-privato o economico-sociale.

La nuova storia parte dai luoghi e dalle comunità che li abitano. Gruppi di persone che interagiscono, che competono e cooperano. Sono allo stesso tempo lavoratori (o imprenditori), consumatori, volontari, elettori, genitori, figli ecc. Hanno bisogni da soddisfare e risorse da attivare. La missione è quella di orientare tali risorse verso la soddisfazione di quei bisogni.
La modernità ci ha abituato a frazionare la complessità in frammenti più semplici, molecolari. Abbiamo sviluppato una conoscenza schizofrenica nella quale gli interessi sono visti uno alla volta, con piani cartesiani in grado di incrociare poche variabili in sistemi chiusi e delimitati da una infinità di assunti. Un pensiero normativo positivista che indirizza verso strategie di tipo lineare, semplificate, dove se esiste un vincitore esiste anche, per forza, un perdente.

Una potente immagine della “crisi” è data dai tanti imprenditori di successo che ci hanno confidato: “Un tempo, nei momenti di difficoltà, ci si rimboccava le maniche, si lavorava duro e prima o poi i risultati arrivavano. Ora non si sa più in che direzione andare”. Siamo partiti da lì. Dal riconoscimento della fine di un modello. Dalla fine dei modelli lineari. Dall’esigenza di superare la modernità per immaginare strategie che non rifiutino la complessità ma la abbraccino e la includano nei processi decisionali. Aprire le imprese alla complessità significa aprirle all’esterno, renderle trasparenti, collaborative. Significa tenere conto dell’ambiente e della comunità, dei loro interessi ed esigenze. Significa, infine, favorire la partecipazione diretta dei lavoratori e degli stakeholder al governo dell’impresa.
Ecco perché la Responsabilità Sociale d’Impresa non è un di più che si fa ma un qualcosa che si ha e che richiede un esercizio consapevole e strategico.
In questo percorso di ricerca ed elaborazione abbiamo collaborato con imprenditori, professionisti, lavoratori, accademici, consulenti, docenti, amministratori pubblici, ecc. Ciascuno ha dato un contributo determinante per sviluppare un discorso tutt’altro che concluso.

Il 30 giugno, a Treviso, si svolgerà l’ultimo atto di questa storia. Ci accompagneranno molti membri di quella comunità epistemica che sul tema si è riconosciuta e da lì ha iniziato a ragionare per produrre proposte concrete, progetti, servizi.

La giornata sarà l’occasione per lavorare in gruppi su tematiche di grande interesse. Il Programma prevede interventi di Patrizia Messina (Università degli Studi di Padova) e Giancarlo Corò (Università Ca’ Foscari Venezia). Il brainstorming pomeridiano sarà facilitato da un metodo, il “Design Thinking”, che consentirà a ciascuno di dare il proprio contributo. Ad animare la giornata saranno Ugo Bot e Madison Bonovich di “The LOOP – Innovators in Development”.

La riflessione centrale sarà: “quali figure di cerniera possono favorire la creazione di reti vitali”.

Le quattro domande su cui saranno concentrati i lavori saranno:

  1. Come migliorare l’uso di open-data, sistemi di monitoraggio-valutazione e ICT in iniziative di area vasta?
  2. Come sviluppare reti di innovazione dove gli stakeholders co-creano ricerca scientifica e la trasformano in soluzioni per il mercato?
  3. Come massimizzare la partecipazione e la mobilitazione di risorse sul territorio attorno ad iniziative di area vasta?
  4. Come incentivare la collaborazione tra enti pubblici e privati in iniziative di welfare generativo?

L’evento è gratuito e aperto a tutti. Cerchiamo persone curiose con la volontà di imparare dagli altri e desiderose di dare un proprio personale contributo.

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